Women and Justice: Keywords

Legislation

Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n. 151 (Legislative Decree No. 151/2001) (2001)


Employment discrimination, Gender discrimination

This legislative decree protects maternity and paternity, and prohibits discrimination on the basis of either. It regulates parental leave, leave for the illness of a child, rest, and the treatment of pregnant workers to protect their health. (Note: PDF is the consolidated text only. Follow the external link for the entire text of the decree.)

Il presente decreto legislativo tutela la maternità e la paternità e proibisce le discriminazioni basate su di esse. Il decreto disciplina i congedi parentali, i congedi per la malattia dei figli, i riposi e la tutela delle lavoratrici incinta. (Nota: il PDF è il solo testo consolidato. Seguire il link esterno per l’intero testo del decreto).



Costituzione della Repubblica Italiana (Constitution of the Republic of Italy) (1947)


Employment discrimination, Gender discrimination

The Italian Constitution provides for equality before the law without consideration of sex, race, religion, political affiliation, language, and personal and social conditions (art. 3). It also recognizes the moral and legal equality of spouses (art. 29). Finally, Iit mandates equal employment opportunity for men and women (art. 37). Finally, the Constitution provides that both men and women can access public offices and elected offices, without discrimination. In this regard, the Italian Republic shall promote equal opportunities between men and women through appropriate measures (art. 51).(English translation available through RefWorld.)

La Costituzione italiana prevede che tutti i cittadini siano eguali di fronte alla legge senza distinzione di sesso, razza, religione, opinione politica e condizioni personali e sociali (art. 3). Essa riconosce anche l’eguaglianza morale e legale fra i coniugi (art. 29). La Costituzione impone pari opportunità lavorative per uomini e donne (art. 37). Infine, la Costituzione prevede che gli uomini che le donne possano accedere alle cariche pubbliche ed elettive senza discriminazioni. A tal scopo, la Repubblica italiana promuove, con appositi provvedimenti, eguali opportunità fra uomini e donne (art. 51).



Domestic Case Law

Sentenza n. 6575/2016 Corte di Cassazione: Sezione Lavoro (Supreme Court: Labor Section) (2016)


Employment discrimination, Gender discrimination

An employer fired a woman after learning of her intention to start an assisted reproduction process. The local court and the court of appeal stated that such dismissal was substantially due to gender discrimination against the employee who wanted to start the assisted reproduction process. Such decisions were challenged by the employer who argued that the dismissal of the employee was not connected to any gender discrimination but rather to the absences for illness that would have affected the efficient management of the work. The Italian Supreme Court confirmed that the dismissal was null and void due to a gender discrimination, irrespective of the fact that the assisted reproduction process had been commenced or not and sentenced the employer re-hire the employee and to pay her the relevant salaries as if she had never been fired.

Un datore di lavoro aveva licenziato una donna dopo aver appreso della sua intenzione di iniziare un processo di riproduzione assistita. Il Tribunale e la Corte d’Appello avevano stabilito che tale licenziamento era sostanzialmente dovuto alla discriminazione di genere contro la dipendente che voleva iniziare il processo di riproduzione assistita. Tali decisioni erano state contestate dal datore di lavoro che aveva sostenuto che il licenziamento della dipendente non era legato ad alcuna discriminazione di genere, ma piuttosto alle assenze per malattia che avrebbero influenzato la gestione efficiente del lavoro. La Corte di Cassazione italiana ha confermato che il licenziamento era nullo a causa di una discriminazione di genere, indipendentemente dal fatto che il processo di riproduzione assistita fosse stato avviato o meno e ha condannato il datore di lavoro a riassumere la dipendente e a pagarle il rilevante stipendio come se non fosse stata licenziata.