International Planned Parenthood Federation – European Network (“IPPF EN”) v. Italy

The Italian government’s failure to take measures to ameliorate the less favorable treatment suffered by women falling into certain vulnerable categories with respect to access to abortion services was a violation of Article E (prohibition of direct and indirect discrimination) of the Revised European Social Charter (the “Charter”) in conjunction with Article 11 (right to protection of health) of the Charter. IPPF EN complaint stated that the high number of medical personnel electing to be conscientious objectors resulted in the violation of the rights of women to have access to procedures for the termination of pregnancy, thus violating their right to protection of health. The committee found that certain categories of women in Italy are subject to discrimination in the form of impeded access to lawful abortion facilities as a combined effect of their gender, health status, territorial location, and socio-economic status. The committee held that Italian authorities should have adopted the necessary measures to compensate for deficiencies in service provisions caused by health personnel choosing to exercise their right to conscientious objection to performing abortions.

La mancata adozione da parte del governo italiano di misure volte a migliorare il trattamento meno favorevole subito dalle donne che rientrano in determinate categorie vulnerabili in materia di accesso ai servizi di aborto è stata considerata una violazione dell’articolo E (divieto di discriminazione diretta e indiretta) della Carta sociale europea riveduta (la “Carta”) in combinato disposto con l’articolo 11 (diritto alla protezione della salute) della Carta. Il ricorso di IPPF EN sosteneva che l’elevato numero di personale medico che sceglie di essere obiettore di coscienza ha portato alla violazione del diritto delle donne di avere accesso alle procedure per l’interruzione della gravidanza, violando così il loro diritto alla protezione della salute. Il Comitato ritiene che certe categorie di donne siano oggetto di discriminazione nella forma di impedimento all’accesso di centri per l’aborto legali come effetto combinato del loro genere, stato di salute, ubicazione territoriale e stato socio-economico. Il Comitato ritiene che le autorità italiane avrebbero dovuto adottare le misure necessarie per compensare le carenze nelle prestazioni dei servizi causate dal personale sanitario che sceglie di esercitare il proprio diritto all’obiezione di coscienza all’esecuzione degli aborti.

Year 

2013

Institution 

European Court of Human Rights

Avon Center work product 

ID 

1121